venerdì 26 Aprile 2024

traduzione automatica

venerdì 26 Aprile 2024

traduzione automatica

    Vetro di Murano: un patrimonio che rischia la scomparsa. Il grido di allarme di Filctem Cgil Venezia.

    Il vetro di Murano: una tradizione millenaria da preservare

    Gilles Clément, paesaggista e botanico francese, sostiene che nelle isole si conservi meglio la biodiversità, in particolare le specie animali e vegetali che poi restano uniche con il passare del tempo, come le iguana delle Galapagos o i vigneti sardi mai intaccati dalla filossera. Tale ragionamento si può applicare anche alle attività umane e alle arti: nell’arcipelago veneziano, l’isola di Murano (che è a sua volta un piccolo arcipelago) è riuscita a specializzare e conservare per molti  secoli l’arte del vetro, ormai scomparsa nel resto d’Italia, arrivando nel 2016 a vedere ufficialmente riconosciuta la scuola del vetro Abate Zanetti, fondata nel 1862 come un Istituto Tecnico Superiore.

    Per secoli, grazie alla creatività e all’abilità manuale di generazioni di famiglie di maestri vetrai, Murano è stata la culla mondiale del vetro artistico e oggi i vetri di Murano costituiscono una delle forme più raffinate di artigianato artistico nel mondo, profondamente legato a radici e tradizioni storiche.

    La fotografia attuale del distretto del vetro di Murano

    La lavorazione del vetro di Murano rappresenta un patrimonio che oggi rischia la scomparsa e che deve assolutamente essere tutelato: per farlo servono regole condivise e un confronto tra categorie e istituzioni. Il sindacalista della Filctem Cgil Venezia, Michele Pettenò, ha descritto lo stato attuale del distretto del vetro Murano: «Ci sono 100 aziende, 600 addetti, uno su 4 residente in isola, venticinque milioni di perdite stimate nel 2020 e un domani senza certezze. La maggior parte delle aziende tira avanti con la cassa integrazione: in calo gli ordini, niente turisti e l’export continua a non dare segnali di ripartenza. Murano – dice Pettenò – è l’isola che rischia di scomparire», sotto il colpo di grazia della pandemia.

    «Da alcuni dati raccolti possiamo sostenere che il fatturato medio delle imprese negli ultimi dieci anni è sceso quasi del 40% – continua Pettenò – e che la contraffazione continua a rappresentare un problema. Quando si acquista un oggetto in vetro di Murano si acquista anche una parte di storia del distretto: un oggetto non perfetto, ma unico nel suo essere».

    Riguardo all’occupazione, sull’isola di Murano oggi essa è garantita dagli ammortizzatori sociali; l’età media dei lavoratori assunti con contratti a tempo indeterminato si aggira attorno ai 43 anni.

    Il sindacalista Filctem accenna anche ai problemi di contraffazione, evasione fiscale e chiusura di aziende: «Oggi il distretto ha un estremo bisogno di regole nuove e progettualità per affrontare temi come occupazione, salute, fisco e tutela dell’originale. Il nostro è un grido d’allarme – conclude –  conosciamo la fragilità di un distretto riconosciuto in tutto il mondo, in cui a fare la differenza non sono le macchine ma l’uomo. Per questo, e per il valore che rappresenta per Venezia, serve il confronto tra tutte le istituzioni e le associazioni di categoria. Servono trasparenza e regole chiare, figure professionali adeguate, la scuola Abate Zanetti dovrebbe diventare punto di partenza e tutela di questa eccellenza, che crea eccellenza».

    Contatta l'autore per ulteriori informazioni






       Leggi la nostra Privacy and Cookies Policy e accetta le condizioni di utilizzo e trattamento dei tuoi dati. Tratteremo sempre le informazioni da te inserite con rispetto.


      Articoli correlati

      Ultimi articoli