mercoledì 1 Maggio 2024

traduzione automatica

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    L’alfabeto del vetro

    Proseguiamo il nostro percorso tra i numerosi tipi di vetro e la nostra carrellata  continua  dalla  lettera M arrivando alla lettera P

    Con la lettera M

    Vetro madreperla: è prodotto miscelando piccole scaglie di mica alla massa vetrosa.

    Vetri multiformi: impiegati per componenti elettronici e mezzi filtranti, sono articoli di dimensioni minute in vetro ottenuto per sinterizzazione entro stampi metallici.

    Con la lettera N

    Vetro neutro: è un tipo di vetro né acido, né basico, è un vetro formato da borosilicati di alluminio, bario, sodio e zinco. E’ utilizzato per scopi chimici.

    Con la lettera O

    Vetro olofano: è usato per diffusori di luce.

    Vetro opaco: si ottiene manipolando accuratamente il vetro in fase di lavorazione e aggiungendo alla pasta vetrosa sostanze specifiche.

    Vetro organico o sintetico: con questo termine sono indicati dei prodotti a base di resine sintetiche metacriliche che, in alcuni usi, sostituiscono il vetro comune.

    Vetro d’ottica o vetri ottici: molto utilizzato in ottica, questo vetro deve presentare alti valori di isotropia (medesimo indice di rifrazione), essere trasparente, inalterabile, omogeneo, capace di subire lavorazione a freddo fino al perfetto pulimento.
    Devono inoltre essere assenti difetti come bolle o strie e il vetro deve essere privo di tensioni interne.
    Le loro proprietà ottiche sono definite dall’indice di rifrazione e dalla variazione dello stesso in funzione della differente lunghezza d’onda dei raggi luminosi (dispersione).
    Tale indice è riferito alla riga D del sodio (nD), mentre la dispersione è rappresentata dal numero di Abbe che misura l’inverso del potere dispersivo.

    I vetri d’ottica sono classificati in base al numero di Abbe, secondo quanto segue:

    • Crown, vetri con numero di Abbe superiore a 50. Tra questi abbiamo i crown-borosilicati, leggeri, limpidi e poco dispersivi, contenenti boro, e i crown-bario, le cui particolarità sono dovute all’aggiunta di bario alla loro composizione.
    • Flint, vetri molto dispersivi, con alto indice di rifrazione, contengono percentuali di piombo e bario.


    Con la lettera P

    Vetro in perle: tipo di vetro composto da piccole sfere ottenute lavorando un filetto di vetro, fuso con gas caldi. Il filetto, investito da una corrente di gas, si suddivide in piccoli spezzoni che, mantenuti in ambiente turbolento ad alta temperatura, assumono forma sferoidale. Un’altra tecnica di lavorazione è quella che consiste nel far cadere il vetro fuso su di un piatto rotante ad alta velocità. Le piccole sfere di vetro, miscelate ad alcuni tipi di fluido, sono utilizzate per vernici riflettenti e catarifrangenti.

    Vetri con proprietà meccaniche migliorate: si ottengono sottoponendo il vetro a trattamenti specifici, in modo da eliminare le microfessure superficiali. Queste possono essere migliorate con trattamenti di pulitura a fuoco, oppure mediante scambio ionico in bagni di sali fusi. E’ anche possibile modificare la composizione chimica della superficie del vetro, per favorire la creazione di una fase cristallina meno dilatabile di quella interna.

    Fonte:  http://www.vitrum.it/home_testo.htm

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