giovedì 18 Aprile 2024

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    L’industria italiana del riciclo è da record, ma non si accontenta

    La spinta data dal D.lgs 22 del 5 febbraio 1997 ha trasformato l’Italia in uno dei paesi leader del riciclaggio dei rifiuti a livello europeo. In meno di 25 anni, l’industria italiana del riciclo ha conosciuto una crescita quantitativa e qualitativa sorprendente, attraverso la puntuale applicazione degli articoli del D.lgs 22/1997.

    Il Decreto

    A partire da quel momento, si è infatti affermata l’idea che la gestione dei rifiuti costituisca una “attività di pubblico interesse”, utile ad “assicurare un’elevata protezione dell’ambiente” (Art. 2). Secondo tale ottica, “le autorità competenti adottano, ciascuna nell’ambito delle proprie attribuzioni, iniziative dirette a favorire, in via prioritaria, la prevenzione e la riduzione della produzione e della pericolosità dei rifiuti” (Art. 3). Alla prevenzione della produzione di rifiuti si deve però affiancare un meticoloso recupero degli stessi per favorire “la riduzione dello smaltimento finale”, attraverso le operazioni di reimpiego, recupero e riciclaggio (Art. 4). 

    Da emergenza a eccellenza

    Tale normativa ha prodotto un profondo cambiamento nella gestione dei rifiuti. Come evidenziato da Fondazione per lo sviluppo sostenibile, autorevole punto di riferimento per i principali settori e protagonisti della green economy, la raccolta differenziata dei rifiuti urbani è passata dal 9,4% del 1997 al 63% del 2020. Per il riciclo dei rifiuti industriali si è invece registrato un incremento prossimo ai 50 punti percentuali: dal 21% del 1997 si è passati al 70% del 2020.

    Fonte: ricicloinitalia.it

    I numeri della filiera

    L’industria italiana del riciclo si è affermata come un comparto cruciale per il sistema produttivo nazionale e, secondo gli ultimi dati, conta oggi 4.800 imprese e 236.365 occupati e genera un valore aggiunto di 10,5 miliardi.
    L’Italia nel 2020 ha riciclato il 72% dei rifiuti, urbani e industriali, un primato europeo che supera brillantemente la media continentale, ferma al 53%, anche in rapporto al tasso di utilizzo dei materiali riciclati sul totale dei materiali consumati (21,6% contro il 12,8% dell’UE).

    Il Riciclo in Italia 2022

    Per comprendere la situazione del comparto, la Fondazione per lo sviluppo sostenibile ha realizzato un rapporto: Il Riciclo in Italia 2022, presentato in occasione della Conferenza Nazionale dell’Industria del Riciclo “L’eccellenza del riciclo e le sfide future”, promossa dalla Fondazione, in collaborazione con Conai, Pianeta 2030 del Corriere della Sera, e con il patrocinio del Ministero dell’ Ambiente e della Sicurezza Energetica e di ISPRA.

    Il rapporto ha analizzato le performance delle numerose filiere del riciclo.
    Le filiere più virtuose sono quelle della carta e del vetro, i cui tassi di riciclaggio per il 2021 hanno raggiunto rispettivamente l’85% e il 77%, superando il target europeo fissato al 2023. Nel 2021, inoltre, il 63% di carta e cartone e il 61,6% di vetro prodotti in Italia provengono dal riciclo. 

    Nello stesso anno, la percentuale di riciclaggio degli imballaggi in plastica sull’immesso al consumo ha toccato il 56%, superata da quella degli imballaggi di legno (65%), alluminio (68%), e acciaio (72%). L’Italia continua ad affermarsi inoltre come un’eccellenza internazionale nel riciclo di rottame di ferro e di materiale legnoso.

    Altri risultati significativi sono dati dalla crescita nella produzione di bioplastiche compostabili (+25% rispetto al 2020), dall’incremento nel riciclo di oli minerali esausti (+5%) e dall’obbligo di raccolta differenziata per i tessili.

    Verso un efficientamento dell’intero comparto

    Va, però, ricordato come diverse filiere del riciclo necessitino ancora di un cambio di rotta per accostarsi ai target europei e per raggiungere un completo efficientamento dei processi. Tra queste realtà possiamo elencare, in particolare, il comparto della raccolta di rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche e di pile e accumulatori.

    Come evidenziato da Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, il settore del riciclo risulta ulteriormente strategico in un momento di congiuntura economica negativa. Finanziare e stimolare adeguatamente tale comparto ci permetterà di evitare lo spreco di risorse, recuperando materiali utili per l’economia nazionale, e di contrarre le emissioni di gas serra.
    Risultano, infine, necessari interventi strutturali volti a ridurre l’esposizione del settore ai rincari energetici, che costituiscono, ad oggi, la quota maggiore dei costi di produzione per l’industria del riciclo.

    Per conoscere nel dettaglio tutti i dati del rapporto Il Riciclo in Italia 2022 clicca qui.

    Fonte: fondazionesvilupposostenibile.org

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