A partire da ieri, mercoledì 16 novembre 2022, è possibile visitare, presso la cavea sotterranea del Museo Cappella Sansevero, la mostra In Vitro Humanitas di Mauro Bonaventura.
Un accostamento naturale
All’interno del gioiello barocco, ideato dal principe Raimondo di Sangro, l’artista veneziano espone, per la prima volta a Napoli, le installazioni dei suoi corpi vitrei, realizzati con la tecnica del vetro a lume. In particolare, In Vitro Humanitas propone un suggestivo accostamento tra le complesse sculture in vetro policromo “Homo erectus” e “Flying” (figura sospesa che rimanda al Tuffatore di Paestum) e le celebri Macchine anatomiche settecentesche.
Intrichi moderni e ultra-contemporanei
Le Macchine anatomiche o Studi anatomici sono due modelli dell’apparato circolatorio, realizzati dall’anatomista palermitano Giuseppe Salerno, sulla base degli scheletri di un uomo e una donna. Il sistema arterovenoso delle Macchine, per secoli considerato reale, è stato riprodotto accuratamente grazie all’utilizzo di filo metallico, cera colorata e fibre di seta.
L’intrico di vasi sanguigni delle Macchine, vero e proprio capolavoro dell’artigianato e della scienza settecenteschi, si lega con un filo invisibile al reticolo vetroso che forma le figure umane dello scultore.
Il fascino del corpo umano
In Vitro Humanitas omaggia la lungimiranza del principe di Sansevero, che nei sotterranei del palazzo allestì anche una vetreria per cimentarsi nella colorazione del vetro.
Come ben spiegato da Maria Alessandra Masucci, presidente del Museo, vi è una profonda continuità tra le opere di Salerno e quelle di Bonaventura, ottenute attraverso un puntuale studio artistico e artigianale, che esalta il fascino, la complessità e il mistero, nel contempo meraviglioso e perturbante, del corpo umano.
Davvero suggestiva è anche la riflessione proposta dal curatore Jean Blancheart: “Mauro Bonaventura, come un chirurgo vascolare, ha studiato anatomia per poter proporre in vetro una sintesi coerente del nostro sistema arterioso”.
Il vetro a lume
Ma le sculture della mostra In Vitro Humanitas rappresentano anche un omaggio alla tecnica del vetro a lume. Il vetro, in questo caso canne di vetro policromo di Murano, viene scaldato e modellato tramite la fiamma che esce da un cannello metallico, strumento che ha nei secoli sostituito il lume, alimentato a grasso animale o a olio, da cui la tecnica prende il nome.
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Fonti: museosansevero.it, ansa.it
Immagine di copertina: museosansevero.it