Una missione archeologica per recuperare un carico di vetro risalente alla fine del I o all’inizio del II secolo d.C. È quanto è avvenuto nel tratto di mar Tirreno tra la Corsica e l’isola di Capraia nella prima settimana di luglio. Si tratta del secondo caso noto nel Mediterraneo di un naufragio di una nave romana contenente un carico di vetro, sia allo stato grezzo che lavorato.
La missione bilaterale, coordinata dai ministeri della Cultura italiano e francese, ha permesso di riportare in superficie una parte del carico di vetro, sepolto a 350 metri di profondità nelle acque territoriali italiane.
Il ruolo dei ROV per l’indagine e il recupero del carico di vetro
La scoperta del relitto Capo Corso 2, avvenuta nel 2012, è stata favorita dall’utilizzo di veicoli sottomarini teleguidati. Per lo svolgimento dell’esplorazione subacquea e il recupero degli oggetti il Département des Recherches Archéologiques subaquatiques et sous-marine-Drassm ha messo a disposizione la nave di ricerca ammiraglia (Alfred Merlin), attrezzata con i due ROV (remotely operated vehicle) Arthur e Hilarion. Tali robot consentono di realizzare riprese video ad alta definizione a incredibili profondità, nonché di ventilare e aspirare il sedimento, e recuperare gli oggetti.
Verso una campagna di ricerca a 360°
La forma delle anfore recuperate dal relitto palesa la provenienza delle stesse. È infatti altamente probabile che la nave, col suo carico di vetro, provenisse dal Medio Oriente (Libano o Siria) e fosse diretta in Provenza. E si stima che trasportasse diverse tonnellate di tale materiale, tra cui blocchi di vetro grezzo e manufatti di vetro soffiato di dimensioni differenti (bottiglie, piatti, coppe, un unguentario).
Un’analisi approfondita dei reperti recuperati, in condizioni quasi perfette, fornirà ulteriori dettagli circa la cronologia del naufragio e la rotta percorsa dal carico di vetro. E permetterà di tracciare una storia più precisa dei commerci nel Mediterraneo. Per tale ragione, i ricercatori italiani e francesi auspicano l’avvio di un progetto multidisciplinare volto a valorizzare una scoperta incredibile e una campagna d’indagine estremamente emozionante, da rivivere attraverso le meravigliose ed affascinanti immagini contenute nel seguente video.
Fonti: patrimoniosubacqueo.it, ilpost.it
Crediti immagine: Manuel Añò, pagina Facebook della Soprintendenza Nazionale per il patrimonio culturale subacqueo