sabato 2 Dicembre 2023

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    Una finestra sulla storia: la Real Fábrica de Cristales de La Granja

    La grande storia del vetro è composta di numerose micro-storie cariche di fascino, che hanno profondamente influenzato le modalità di produzione e la cifra stilistica di determinate regioni, siglando l’ascesa di una preziosa tradizione. È questo il caso della Real Fábrica de Vidrios y Cristales de La Granja de San Ildefonso.

    Le origini: la crisi secentesca

    La nascita della Real Fábrica di La Granja rappresenta l’ardita risposta alla regressione che colpì l’arte vetraria spagnola nel corso del Seicento. La sorte dei prodotti castigliani, caratterizzati da forme grossolane e irregolari, venne risollevata dalla raffinata passione di Filippo V. Durante il suo regno, il primo sovrano di Spagna della dinastia Borbone, formatosi a Versailles, incrementò le importazioni di vetri dalla Francia e da altri paesi, conferendo nel 1720 l’esclusiva a Juan de Goyeche, il quale fu abile ad invertire la tendenza avviando, nei dintorni di Madrid, una fabbrica dove sfruttò l’esperienza di numerosi artigiani stranieri. 

    Prima metà del Settecento: l’ascesa

    La produzione spagnola tornò così ad imporsi a livello internazionale e ottenne la consacrazione grazie a Ventura Sit, artigiano che si formò presso la fabbrica di Juan de Goyeche, prima di fondare una nuova fornace nel 1728, presso il palazzo di La Granja. La fabbrica ottenne la protezione del re, godendo di notevoli privilegi.
    L’abbondanza di pineti e querceti nelle circostanti terre di Segovia favorì il successo della fornace, dove non mancarono il combustile, e le sabbie e le argille refrattarie necessarie come materie prime.

    Le prime ombre sulla Real Fábrica

    Quando un incendio distrusse l’edificio di Sit, re Carlo III, estimatore dell’arte vetraria, incaricò gli architetti di corte di costruire una nuova fabbrica vicina al palazzo reale. La Real Fábrica venne suddivisa in vari reparti e la produzione di cristalli fu affidata all’irlandese John Dowling, che provò a introdurre tecniche innovative, tra cui un processo di lucidatura meccanizzato. 

    I prodotti realizzati sotto la sua direzione riscontrarono grande successo all’estero, ma furono aspramente criticati dall’amministrazione locale. Tale contrasto, sfociato probabilmente in un complotto, condusse al misterioso imprigionamento di Dowling.
    Il fascino della Real Fábrica di La Granja non fu, però, inficiato da tale oscura vicenda. Numerosi maestri vetrai stranieri continuarono infatti a scegliere la fornace spagnola per perfezionare la propria arte. 

    Real Fábrica
    Colección de Cristal de La Granja (Fonte: realfabricadecristales.es)

    Clienti e prodotti

    Clienti primari per la Real Fábrica furono i sovrani, per i quali vennero realizzati numerosi specchi e candelabri per arredare le residenze di Madrid e Aranjuez, nonché recare doni che accrescessero il prestigio della corona iberica. In particolare, gli specchi fabbricati nella Real Fábrica di La Granja furono fra i più grandi prodotti in Europa.
    Per estendere il mercato e favorire maggiori entrate per la fornace, Carlo III decise di aprire al pubblico la vendita dei vetri della Real Fábrica, favorendo l’apertura di numerosi negozi a Madrid e incoraggiando le esportazioni verso il Nuovo Mondo. Due tentativi rivelatisi fallimentari. 

    La produzione della Real Manifattura si distinse per la combinazione di smaltatura, doratura e incisioni. I vetri spagnoli furono esaltati per la loro qualità, risultato dell’unione di motivi cari all’arte rococò, riprodotti in modo realistico, e di colori freschi, tra cui dominano il blu cobalto, il verde smeraldo, l’acquamarina e il rosso cupo.

    Sulla via del tramonto

    Il periodo di splendore della Real Fábrica si concluse sotto il regno di Carlo IV (1788-1808). Durante la Guerra d’Indipendenza la produzione si fermò, e il tentativo di Fernando VII di riavviare l’attività si rivelò vano. Dopo la sua morte, senza l’assistenza finanziaria della corona, la produzione venne infatti interrotta nuovamente e gli edifici furono affittati a privati. Un ulteriore tentativo fu realizzato nel 1911, ma nel ‘63 la produzione presso la Real Fábrica de Cristales de La Granja fu definitivamente sospesa. 

    Una doverosa valorizzazione

    L’edificio rimase abbandonato fino al 1982, anno in cui fu istituita la Fundación Centro Nacional del Vidrio che avviò un’accurata opera di restauro, recuperando gli antichi fasti del complesso, attraverso l’allestimento del Museo Tecnológico del Vidrio, la Escuela del Vidrio y el Centro de Investigación y Documentación Histórica del Vidrio. 

    Fonte: I nuovi quaderni dell’antiquariato. I vetri, Fabbri Editore, Milano (1991); wikipedia.org

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