domenica 4 Giugno 2023

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    Vetro romano in Olanda, una scoperta a conferma di una tradizione prestigiosa

    Il vetro è un materiale ammantato di storia e magia. L’epicità della sua origine è paragonabile a quella dell’Antica Roma: un mito sospeso tra la sabbia e il fuoco, tra l’afflato divino e l’umana caparbietà. 
    E le sorti del vetro si fondono e si intrecciano profondamente con quelle della Città Eterna e del suo impero, come testimoniato dal recente ritrovamento, in Olanda, di una ciotola di vetro completamente intatta, risalente a circa duemila anni fa. 

    Il fascino sui Romani

    “Lasciatemelo dire: io per me preferisco il vetro […]. Che se non fosse fragile, io per me lo preferirei all’oro”.
    Le parole del parvenu Trimalcione, tragicomico personaggio del Satyricon di Petronio, rivelano il fascino che tale materiale ha esercitato, lungo secoli di storia, sul popolo e le élite romani. 
    I Romani impiegarono largamente il vetro, in particolare tra il I sec. a.C e il I sec. d.C., quando si diffusero la costruzione di fornaci a temperature elevate e la tecnica della soffiatura a stampo.

    Produttività e arte

    L’industria vetraria romana godette, infatti, di grande popolarità. Ad una capacità produttiva senza precedenti si sommavano una predisposizione alla sperimentazione e un’attitudine artistica che favorivano l’accostamento tra vetro e gemme preziose. 
    Il vetro veniva utilizzato per la produzione di monili, ornamenti, contenitori per la cosmesi e per la conservazione e il consumo di cibi e bevande, ma anche per la realizzazione di mosaici e di rivestimenti per le stanze delle famiglie benestanti.

    Vetro come status symbol

    I banchetti, come attesta Petronio, erano occasioni per esibire lo sfarzo di servizi in vetro. Coppe, brocche, vassoi, piatti e anfore, attraverso la complessità delle lavorazioni e l’armonia sontuosa di curve e colori, ostentavano il potere e la ricchezza del proprietario.

    La scoperta effettuata a Nijmegen, una delle città più antiche dei Paesi Bassi, a pochi chilometri dal confine tedesco, conferma la dinamica appena descritta.

    La ciotola di Nijmegen

    Come si anticipava, un team di archeologi ha riportato alla luce una ciotola di vetro plurimillenaria, senza crepe o difetti. Si trattava sicuramente di un articolo di prestigio per la popolazione locale, abituata a commerciare con i Romani.
    Nijmegen, all’epoca della produzione della ciotola, era infatti un accampamento militare romano. In seguito divenne persino il primo insediamento olandese ad essere nominato municipium o “città romana”.

    La realizzazione

    Il recipiente, della dimensione di un palmo, presenta un motivo a strisce verticali increspate e un bordo superiore ben definito. Il colore blu elettrico della ciotola è prodotto dall’ossido di metallo.
    Simili manufatti venivano realizzati lasciando raffreddare e indurire il vetro fuso su uno stampo. Mentre il motivo a strisce veniva disegnato quando la miscela di vetro era ancora liquida.

    Tra ipotesi e certezze

    Gli archeologi ritengono che la fattura della ciotola sia riconducibile ai laboratori di vetro di città tedesche come Colonia o Xanten. Ma non intendono neppure escludere una produzione italiana. La sola certezza è la fabbricazione di evidente origine romana.

    La campagna di scavo e ulteriori analisi sul manufatto contribuiranno a definire un ulteriore tassello della brillante relazione tra industria vetraria e storia romana. 

    Fonti: artribune.com, romanoimpero.com 

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