Nel mondo dell’ottica, la scelta del vetro giusto è cruciale per offrire lenti di qualità, capaci di garantire prestazioni ottimali ai dispositivi in cui sono inserite. In quest’ambito, tra i materiali più utilizzati troviamo il vetro crown e il vetro flint, i quali presentano caratteristiche ben distinte che li rendono adatti a diverse applicazioni ottiche.
Composizione e utilizzi di vetro crown e flint
La prima differenza tra il vetro crown e il vetro flint si basa sulla composizione: il primo è prodotto da silicati di calcio-alcali, il secondo contiene invece un’alta percentuale di ossido di piombo.
La seconda distinzione è invece connessa ai campi applicativi: il vetro crown viene utilizzato per le lenti o altri componenti ottici, come telescopi e obiettivi per macchine fotografiche o cineprese; il vetro flint è invece adatto per vetri d’ottica, quali prismi per rifrattometri (impiegati per determinare l’indice di rifrazione di una sostanza) e lenti acromatiche (a ridotta aberrazione cromatica).
Questioni di classificazione
Il vetro crown è duro, resistente agli agenti atmosferici, limpido e incolore. Presenta un basso indice di rifrazione e una bassa dispersione. Rientrano in questa categoria i vetri d’ottica aventi un numero di Abbe maggiore di 55 (per alcuni 50).
Il vetro flint si caratterizza, invece, per un elevato indice di rifrazione e una maggiore dispersione cromatica, presenta infatti un numero di Abbe inferiore a 50.
Che cosa indica il numero di Abbe?
Parliamo di un numero adimensionale che corrisponde al rapporto tra la capacità di rifrazione ottica e la dispersione cromatica di un materiale trasparente alle lunghezze d’onda del visibile. In altri termini, il numero di Abbe e il suo diagramma ci permettono di classificare le diverse tipologie di vetri (ma anche di altri materiali trasparenti) in funzione della loro capacità di disperdere la luce visibile, ossia di separare i diversi colori di un raggio luminoso non monocromatico.
Come è facile comprendere da questo breve confronto tra vetro crown e vetro flint, la scelta tra i due dipenderà dalle specifiche esigenze dell’applicazione ottica.
Il numero di Abbe viene infine usato per calcolare le lunghezze focali e i raggi di curvatura delle lenti nei cosiddetti doppietti acromatici. Questi ultimi sono dei sistemi in cui si punta sull’abbinamento tra un vetro convesso crown e un vetro concavo flint al fine di minimizzare le aberrazioni cromatiche rispetto alla signola lente.
Fonti: wikipedia.org, treccani.it