Dall’Università del Maryland giunge un nuovo metodo per abbassare il calore interno degli edifici, senza ricorrere all’elettricità, e garantire il benessere degli occupanti. Come? Grazie a una nuova tipologia di vetro, denominato vetro raffreddante.
La nuova tecnologia consente infatti di diminuire la temperatura del materiale sottostante di 3,5 gradi Celsius, grazie a un particolare rivestimento di vetro microporoso.
Le proprietà del vetro raffreddante
Il rivestimento è composto da una struttura microporosa di biossido di silicio, incorporata con nanoparticelle di ossido di alluminio. Tale vetro raffreddante opera secondo due modalità:
- riflette fino al 99% della radiazione solare, proprietà che previene il surriscaldamento degli edifici.
- Emette calore nello spazio sotto forma di radiazione infrarossa a onda lunga, mediante un fenomeno conosciuto come “raffreddamento radiativo”. Questo fenomeno sfrutta lo spazio, dove la temperatura è generalmente intorno a -270 gradi Celsius o solo pochi gradi sopra lo zero assoluto, come un dissipatore di calore.
Il nuovo design del vetro raffreddante consente quindi di espellere ingenti quantità di calore nello spazio, secondo un processo simile a quello che permette alla Terra di raffreddarsi, soprattutto nelle serate di cielo sereno.
Un’opportunità green per il settore edilizio
Il vetro raffreddante rappresenta dunque una tecnologia rivoluzionaria per il settore edilizio. Potenziare l’efficienza energetica degli edifici è infatti un principio imprescindibile per dettare una concreta svolta nel comparto.
Il nuovo rivestimento sviluppato dall’Università del Maryland si presenta come stabile dal punto di vista ambientale, ossia capace di tollerare i cambiamenti delle condizioni atmosferiche, chimiche e fisiche, conservando le sue proprietà e prestazioni nel tempo. Il vetro raffreddante è inoltre in grado di resistere a temperature fino a 1.000 gradi Celsius e ad agenti ambientali quali l’acqua, le radiazioni ultraviolette, lo sporco e le fiamme.
Infine, il vetro raffreddante si presenta come un rivestimento versatile e scalabile, che può essere applicato su molteplici superfici, come piastrelle, mattoni e metalli.
Come si ottiene tale materiale? Mediante l’utilizzo di particelle di vetro finemente macinate (la cui dimensione è studiata per massimizzare l’emissione di calore infrarosso) che vengono impiegate come legante.
La soluzione proposta dai ricercatori dell’Università del Maryland può dunque segnare un cambio di passo decisivo nella lotta ai consumi energetici e alle emissioni di carbonio, per ottenere un settore sempre più green e preparato nei confronti delle ingenti sfide connesse al cambiamento climatico.
Fonti: today.umd.edu, dwmmag.com