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martedì 24 Dicembre 2024

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    Artisti internazionali per il vetro, il richiamo di Glasstress

    Dal 3 giugno al 27 novembre 2022, in contemporanea alla 59a Biennale di Venezia, si tiene la settima edizione di Glasstress, la rassegna, promossa dalla Fondazione Berengo, che invita nomi internazionali dell’arte contemporanea a confrontarsi con la lavorazione del vetro.
    L’iniziativa biennale reca il titolo “State of Mind”, ed è ospitata alla Fondazione Berengo Art Space a Murano, una fornace dismessa nel 1965 e trasformata in spazio espositivo. 

    L’eterna attualità del vetro

    La collettiva di Glasstress offre un percorso che si sviluppa all’interno delle sfaccettature della migliore arte contemporanea, confrontandosi con una tecnica antica come la soffiatura del vetro.
    Le produzioni degli artisti hanno dimostrato come il vetro sia capace di emanciparsi dagli stereotipi e di comunicare con lo spettatore attraverso un linguaggio moderno e fruibile.

    Le premesse dell’organizzatore

    Le parole di Adriano Berengo, Presidente di Berengo Studio e di Fondazione Berengo, ben evidenziano l’entità e gli obiettivi di Glasstress: “Il vetro ha sempre avuto un significato speciale per Murano e, in occasione dell’Anno del Vetro delle Nazioni Unite, siamo immensamente orgogliosi di sottolineare come le illimitate capacità creative di questo grande materiale continuino a percorrere nuove strade inesplorate”. 

    Un confronto con la caducità

    Il tema centrale di Glasstress è la fragilità, che contraddistingue tanto il processo creativo quanto la vita stessa. La mostra si apre infatti con una meditazione sulla morte e l’estinzione. L’opera dell’artista femminista Judy Chicago, dal titolo “Mortality and extinction reliefs”, rappresenta una pietra tombale rosa confetto, che invita gli spettatori a contemplare il proprio destino. La morte è anche nei teschi di animali di Jimmie Durham; e nella bara riempita di foglie di Marya Kazoun.

    Un intreccio di destini

    La fragilità come condizione esistenziale ricorre anche nella sedia realizzata da Ryan Gander, dove ci si può sedere o ferire, e soprattutto nel lampadario circondato da api di Laure Prouvost. Il rimando al destino di Icaro funge da richiamo per le coscienze, come avviene in una famosa citazione attribuita ad Albert Einstein, che lega la sorte dell’uomo a quella degli insetti impollinatori. 

    Dalla fragilità alla creazione

    Infine, Glasstress rappresenta l’invito ad abbracciare la propria fragilità come impulso alla creatività. Poiché proprio lo slancio creativo, nel suo valore assoluto (dal latino ‘absolutus’, sciolto da vincoli), può generare quell’energia riparatrice, che è sinonimo catartico di rinascita e di amore.
    Non resta dunque che scoprire tutte le opere della collettiva visitando Glasstress fino al 27 novembre. 

    Fonti: corrieredelveneto.corriere.it, artemagazine.it

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