back to top
mercoledì 21 Agosto 2024

traduzione automatica

mercoledì 21 Agosto 2024

traduzione automatica

    Filigrana: l’arte di tessere la luce nel vetro

    Avventuriamoci alla scoperta di un’antica arte vetraria che affonda le sue radici nella Murano rinascimentale e che continua oggi ad incantare per la sua raffinata eleganza: la filigrana.
    Questa tecnica produce affascinanti effetti di luce e colore, grazie alla maestria dei vetrai, capaci di imprigionare sottili fili di vetro o lattimo all’interno della massa vitrea, evocando l’effetto di preziosi merletti. 

    I materiali e la procedura

    Le mani dei vetrai allineano con precisione le sottili canne di vetro, accuratamente preparate,  contenenti fili rettilinei o intrecciati di lattimo o vetro colorato. Queste canne vengono disposte su una superficie metallica, secondo un disegno prestabilito, e sono riscaldate fino a fusione per formare un unico blocco.
    Mediante una canna, il vetro, riscaldato nuovamente, viene soffiato in funzione della forma desiderata. Durante questo processo, i fili di lattimo si allungano e deformano creando il caratteristico effetto della filigrana. 
    Il vetro viene quindi lasciato raffreddare lentamente affinché non subisca rotture. E può essere ulteriormente lavorato o decorato, applicando altre tecniche vetrarie. 

    Filigrana: lavorazioni e varietà

    Esistono diverse varianti della tecnica della filigrana, che si contraddistinguono per caratteristiche e rese estetiche differenti. La tecnica originaria è quella della mezza filigrana, da cui hanno preso piede le successive: a reticello (o doppia filigrana) e a retortoli (o zanfirico)

    La tecnica della mezza filigrana si impose tra il secondo e il terzo decennio del XVI secolo per la realizzazione di vasi, bicchieri, piatti, caraffe e altri oggetti arricchiti da una preziosa decorazione. Per questa lavorazione, la massa vitrea viene inizialmente modellata secondo una forma cilindrica e poi nuovamente scaldata e marmorizzata per essere modellata dal maestro vetraio. Il risultato finale conferisce al manufatto un effetto leggero e arioso, favorito dai fili di filigrana che contribuiscono a dare movimento alla trasparenza del vetro. 

    La variante della filigrana a reticello si affermò a Murano intorno alla metà del XVI secolo. Questa tecnica prevede l’utilizzo di due soffiati cilindrici a mezza filigrana con andamento a spirale opposto, collocati uno dentro l’altro e fatti aderire per ottenere un unico cilindro in cui i fili compongono un reticolo a losanghe, al centro delle quali resta racchiusa una piccola bolla d’aria, per un effetto visivo ordinato e simmetrico. 

    La tecnica della filigrana a retortoli fu brevettata nel 1527 e divenne rapidamente uno dei cavalli di battaglia delle vetrerie muranesi. Questa lavorazione prevede l’impiego e l’unione a caldo di canne di vetro cristallo che contengono fili intrecciati tra loro di lattimo o vetro colorato. Si produce così un tessuto vitreo che viene lavorato e soffiato per ottenere la forma ricercata. Una forma che trae forza dall’effetto dinamico e vorticoso dei fili di vetro ritorti.

    Aldilà delle diverse varianti di tale tecnica, ciascuna con caratteristiche e risultati differenti, la filigrana continua ad affascinare gli estimatori del vetro per la combinazione di abilità artigianale, creatività e conoscenza circa le proprietà di questo stupendo materiale. 

    Fonti: zogia.it, lestanzedelvetro.org

    Potrebbe interessarti anche: Testi e immagini per raccontare il successo dell’Anno Internazionale del Vetro
    Rimani aggiornato sulle ultime news dal mondo del vetro, segui Vitrum su Twitter!

    Contatta l'autore per ulteriori informazioni






       Leggi la nostra Privacy and Cookies Policy e accetta le condizioni di utilizzo e trattamento dei tuoi dati. Tratteremo sempre le informazioni da te inserite con rispetto.


      Articoli correlati

      Ultimi articoli