Cosa accade quando una tradizione millenaria, come l’incisione su vetro, incontra l’interiorità di un artista contemporaneo globe-trotter? Si viene ad instaurare un dialogo profondo tra materia e memoria, tra gesto artigianale e riflessione intima.
È questo il cuore della ricerca artistica di Wu Yue, protagonista di un’esposizione che esplora il ruolo dell’incisione su vetro come strumento per raccontare l’identità e il ricordo.
Fino all’8 giugno, la Galleria Numero51 di viale Caldara a Milano ospita “Illusion City”, la prima personale italiana dell’artista cinese, un percorso visivo che indaga il vetro come mezzo espressivo e archivio emozionale.
Discendente di una famiglia di maestri incisori, Wu Yue eredita dalla sua formazione in Cina – nel museo fondato dal nonno – la padronanza delle tecniche tradizionali. A seguito di numerosi viaggi e del trasferimento a Parigi, il suo linguaggio artigianale si carica di un significato autobiografico e identitario.
L’incisione su vetro come geografia affettiva
L’esposizione è popolata da una serie di opere ottenute attraverso la tecnica dell’incisione su vetro, abbinata alla sovrapposizione di lastre azzurro-verdi, le quali richiamano la struttura delle città che hanno segnato la vita dell’artista. Su queste superfici, delicate incisioni raccontano storie, ricordi ed emozioni connessi ai luoghi. È un lavoro sottile, quasi invisibile, che invita lo spettatore ad avvicinarsi per cogliere la complessità nascosta sotto la superficie. Ogni lastra diventa così un tassello del vissuto, un’indagine sulla stratificazione della memoria.
La mostra accoglie anche lavori di ispirazione tradizionale, come l’imponente piatto decorato da nove dragoni, eseguito secondo i codici estetici classici dell’arte vetraria cinese.
L’incontro tra forme contemporanee e riferimenti culturali antichi genera un cortocircuito affascinante. Il vetro diviene ponte tra generazioni e civiltà, raccontando tanto il gesto intimo quanto il patrimonio collettivo.
Il progetto della galleria
“Illusion City” non è solo una mostra personale, ma anche un’esperienza significativa del progetto curatoriale della Galleria Numero51, da sempre impegnata nella valorizzazione di artisti asiatici.
L’approccio site-specific della galleria sposa perfettamente la visione di Wu Yue, che attraverso l’incisione su vetro riflette sulla trasformazione dell’identità in un mondo globale e sull’arte come strumento per rielaborare la memoria.
Fonte: ilgiornaledellarte.com