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giovedì 8 Maggio 2025

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    Il vetro e la poesia del quotidiano: gli oggetti di Jacobsen

    In cucina o in salotto, sulla tavola o sul comodino: il vetro è ovunque, ma sappiamo davvero coglierne il valore?

    Esso accompagna in silenzio i nostri gesti quotidiani. Dietro la sua apparente semplicità si nasconde una natura estremamente complessa, forgiata dalla precisione artigianale e impreziosita da una straordinaria versatilità.

    Utilizzato da millenni, il vetro è capace di assumere infinite forme e colori, adattandosi alle esigenze funzionali e ispirando architetti e designer. Non è solo un contenitore: è un filtro luminoso, una superficie riflettente e un elemento decorativo di grande fascino.

    Il vetro è una scelta che coniuga responsabilità ambientale, funzionalità ed emozione. Le sue proprietà sensoriali vengono sfruttate per creare oggetti capaci di comunicare con le persone, entrando in relazione con le emozioni e le ritualità del quotidiano.

    Le emozioni di vetro di Sophie Lou Jacobsen

    È da queste riflessioni che trae ispirazione il lavoro di Sophie Lou Jacobsen, designer franco-americana con sede a New York, che ha eletto il vetro a stella polare della propria ricerca progettuale. Per Jacobsen, questo materiale riesce perfettamente ad incarnare la poesia e il romanticismo degli oggetti di ogni giorno.
    Il vetro è un elemento vivo e generoso, ma anche vulnerabile e impetuoso. Ed è in queste contraddizioni che il nostro materiale genera affezione ed empatia in chi lo utilizza. 

    Jacobsen coglie il fascino degli oggetti quotidiani e la loro influenza sul nostro benessere emotivo. Le sue collezioni, che comprendono caraffe, bicchieri, portaburro, zuccheriere e applique, nascono dall’osservazione della vita domestica e dei gesti abituali, che vengono valorizzati nella loro trasparente bellezza.

    Le sue creazioni, realizzate principalmente in vetro soffiato, sembrano uscite da un tempo sospeso: hanno forme familiari ma mai scontate, colori morbidi, e un’allure che oscilla tra nostalgia e contemporaneità.

    Il risultato è un design che non grida, ma sussurra; che non ostenta, ma accompagna. E che riesce a trasformare ogni gesto quotidiano in un piccolo rito poetico.

    Fonte: vogue.it

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