Assovetro, in collaborazione con KPMG, ha stimato che il percorso verso la decarbonizzazione completa dell’industria italiana del vetro richiederà investimenti pari a 15 miliardi di euro entro il 2050. Lo studio, presentato a Roma il 25 ottobre, approfondisce il contesto normativo europeo e analizza le emissioni, i consumi e le strategie per raggiungere il target zero emissioni, in un settore che in Italia impiega circa 29.000 lavoratori ad alta specializzazione, rappresentando la seconda manifattura del vetro in Europa.
Il Presidente di Assovetro, Marco Ravasi, ha sottolineato come le produzioni di vetro italiane siano leader in Europa nell’efficienza energetica e nel riciclo. Le aziende del nostro Paese sono già impegnate in piani di investimento volti a ridurre le emissioni e stanno concentrando gli sforzi su nuove tecnologie. Tuttavia, Ravasi ha evidenziato come la sfida della decarbonizzazione richieda il sostegno di politiche coerenti e graduali, sia a livello nazionale che europeo, per evitare rischi di delocalizzazione e tutelare la competitività del comparto.
Strategie di decarbonizzazione: due possibili scenari
Per raggiungere l’obiettivo delle zero emissioni, lo studio propone sei leve di decarbonizzazione che consistono nell’efficientamento energetico, nell’utilizzo diffuso del rottame e di materie prime decarbonate, nell’elettrificazione, nell’impiego di combustibili verdi, e nello sviluppo di tecnologie CCS e CCUS per la cattura e la gestione della CO₂. Due scenari di decarbonizzazione emergono dunque come opzioni principali:
- la strategia dei “green fuels”, la quale prevede l’uso predominante di biometano e idrogeno, con CCS per ridurre le emissioni residue correlate ai processi di vetrificazione nei forni.
- La strategia CCS, in cui il gas naturale di origine fossile resta la fonte energetica principale, supportato da un’infrastruttura CCS per il trasporto, lo stoccaggio e il riutilizzo di CO₂, a partire dal 2035.
Costi e consumi delle due strategie al 2050
Secondo le proiezioni, la strategia basata sui “combustibili verdi” comporterebbe un incremento dei consumi elettrici del 387%, come conseguenza dell’elettrificazione dei forni e della produzione di idrogeno verde, mentre la strategia CCS determinerebbe un aumento del 189%. In termini di costi, entro il 2050, la prima strategia implicherebbe una crescita di circa 122,24 euro per tonnellata di vetro prodotto, con un impatto complessivo annuo di circa un miliardo di euro. La strategia CCS, invece, avrebbe costi incrementali stimati a 75,52 euro per tonnellata, pari a 620 milioni di euro l’anno, ma richiederebbe una complessa infrastruttura di stoccaggio e trasporto e l’impiego di gas naturale fossile.
Per rendere realizzabili gli obiettivi di decarbonizzazione e tutelare la competitività dell’industria italiana del vetro a livello globale, Assovetro ha avanzato diverse proposte chiave: incentivi economici agli investimenti, all’acquisto di vettori energetici a zero emissioni e al cambiamento produttivo; revisione al sistema per lo scambio di quote di emissione di gas a effetto serra dell’UE; rafforzamento delle difese commerciali e un piano per la produzione di energia verde e di vettori energetici decarbonizzati.
Fonte: repubblica.it
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