A pochi giorni dal ritrovamento di una statua romana perfettamente conservata, raffigurante il dio Hermes, dalla Bulgaria arriva la notizia di un’altra eccezionale scoperta archeologica. Al largo della baia di Chengene, a meno di una decina di chilometri dalla città di Burgas, nel Mar Nero, sono stati recuperati 112 oggetti di vetro, testimonianza degli scambi commerciali attivi nell’epoca dell’Impero ottomano.
Prima della spedizione subacquea che ha favorito il ritrovamento di questi manufatti, le collezioni del Museo di Storia Nazionale e del Museo di Storia Regionale di Burgas contavano 310 vasi (integri o frammentati) meticolosamente documentati. La scoperta si colloca sulla scia delle ricerche condotte nel 2020 e nel 2021, presso diverse località della baia, ad una profondità di circa -2 e -2,5 metri.
Secondo gli archeologi, è estremamente probabile che il carico di vetro sia stato perso da una nave nel corso di una tempesta ed è possibile che il relitto si trovi a poca distanza dal luogo del ritrovamento dei frammenti.
Le accurate ricerche di archeologia subacquea hanno permesso di localizzare l’area dove si concentra il maggior numero di reperti in vetro. Tale ritrovamento offre, inoltre, una nuova prospettiva sul tema, ancora non adeguatamente analizzato, della produzione di vetro e degli scambi commerciali nei Balcani nel periodo tardo ottomano.
Per i manufatti in vetro, gli studiosi hanno ipotizzato un’origine muranese, collocabile a livello temporale tra la seconda metà del XVI e l’inizio del XVII secolo.
Dopo gli interventi di conservazione, i vetri recuperati nella baia di Chengene saranno visitabili presso il Museo Archeologico della città di Burgas.
Fonte: finestresullarte.info