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martedì 19 Agosto 2025

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    Microplastiche e packaging sicuro: cosa ci insegna l’ultimo studio francese

    In un momento storico in cui l’attenzione verso la qualità e la sicurezza del packaging è sempre più centrale, un recente studio condotto in Francia porta alla luce dati preoccupanti sulla presenza di microplastiche nelle bevande conservate in bottiglie di vetro. Le analisi evidenziano come la sfida non sia legata al materiale, per composizione tra i più sicuri per l’industria del packaging, ma alla cura dei dettagli connessi alla produzione delle bottiglie.

    Un’indagine trasversale sui contenitori

    La ricerca, condotta dall’unità di Boulogne-sur-Mer del Laboratorio ANSES per la Sicurezza Alimentare, ha analizzato diverse marche di bevande, alcoliche e analcoliche, disponibili sul mercato francese. Lo scopo era valutare la quantità di microplastiche rilevabili per litro di prodotto e, soprattutto, verificare quanto l’imballaggio potesse influenzarne la presenza.

    Il dato imprevisto sulle bottiglie di vetro ha spinto i ricercatori ad approfondire le possibili fonti della contaminazione, escludendo il materiale vetroso e concentrandosi invece su componenti accessori, come i tappi.

    Tappi sotto osservazione

    La vernice che riveste i tappi metallici delle bottiglie è risultata il principale indiziato. È emerso, infatti, che il semplice attrito tra tappi durante la movimentazione può causare micro-abrasioni, con conseguente rilascio di particelle invisibili che finiscono all’interno del contenitore al momento della chiusura.

    Test condotti in condizioni controllate hanno confermato che pratiche di pulizia mirata, come il soffio con aria compressa e il risciacquo con acqua filtrata e alcol, riducono drasticamente la presenza di microplastiche. Si tratta di un semplice intervento che apre scenari concreti per migliorare la qualità del packaging senza rinunciare a materiali consolidati e sicuri come il vetro.

    Verso un packaging senza rischi

    Il vetro resta una delle scelte più affidabili per un packaging sicuro. Lo studio ANSES rappresenta però un’opportunità per la filiera: ottimizzare i processi, migliorare le pratiche di sanificazione dei componenti e rivedere i materiali utilizzati nei dettagli meno evidenti, come i rivestimenti dei tappi, può fare la differenza. L’obiettivo non è cambiare materiale, ma perfezionare l’intero sistema affinché ogni bottiglia offra al consumatore finale un’esperienza sicura, sostenibile e trasparente.

    Fonte: greenme.it

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