Siamo abituati a pensare al vetro come un materiale antico ed estremamente complesso da modellare. Ma se ci fosse un modo per lavorarlo come si lavora la plastica? Il progetto Glassomer, nato nel 2021, si è prefissato di sviluppare una tecnologia che consenta di ottenere prodotti in vetro con processi tipici della lavorazione dei polimeri.
Nata da un’intuizione universitaria in Germania e poi sviluppata grazie a fondi europei, Glassomer ha trasformato un’idea visionaria in una start-up innovativa, oggi diventata una PMI.
Glassomer è vetro lavorabile come un polimero
Il cuore della tecnologia è un nanocomposito: un materiale plastico carico di particelle di sabbia (silice) di dimensioni microscopiche. Questo composto si lavora facilmente, tramite stampaggio a iniezione o stampa 3D, proprio come un qualsiasi polimero.
Una volta ottenuta la forma desiderata, la parte plastica viene rimossa e il pezzo viene sottoposto a trattamento termico. Il risultato finale? Un componente solido in vetro, resistente e pronto per l’uso.
Meno energia, meno CO₂
Uno degli aspetti più interessanti dell’innovazione introdotta da Glassomer è la drastica riduzione del consumo energetico rispetto ai metodi tradizionali di lavorazione del vetro. I processi risultano infatti molto meno energivori e tagliano le emissioni di CO₂, offrendo un’alternativa sostenibile per la filiera.
Dall’idea al mercato: la scalabilità è realtà
Il progetto europeo ha permesso a Glassomer di dimostrare la scalabilità industriale del processo, investendo in macchine per stampaggio e attrezzature avanzate. L’azienda ora conta circa 20 persone e collabora con clienti che operano in settori come l’ottica di precisione, la strumentazione da laboratorio e l’automotive.
Con un approccio che unisce versatilità, precisione e sostenibilità, la tecnologia di Glassomer potrebbe ridefinire le potenzialità del vetro nel mondo industriale e scientifico.

