Come affrontare il potenziale danno ambientale provocato dai contenitori monouso di bevande? Il riciclo non basta, per tale ragione 50 paesi e circa 357 milioni di persone nel mondo stanno ricorrendo alla soluzione del deposito cauzionale per gli imballaggi. In cosa consiste? Al consumatore viene chiesto di pagare un piccolo deposito in fase di acquisto che viene rimborsato al momento della restituzione del contenitore vuoto (di vetro, plastica o alluminio).
La diffusione in Europa
16 Stati dell’Unione Europea ricorrono al deposito cauzionale, conosciuto a livello internazionale come Deposit Return System (DRS), per il packaging monouso. Apripista di questo metodo è stata nel 1984 la Svezia, a cui si sono unite, nel tempo, Finlandia, Norvegia, Danimarca, Germania, Paesi Bassi, Estonia, Croazia, Lituania, Romania, Irlanda, Ungheria e Austria. Il sistema si va predisponendo anche per Polonia, Repubblica Ceca, Portogallo e Spagna.
Attualmente, i Paesi che hanno adottato un DRS vantano un tasso medio di raccolta del 94%. E i vantaggi sono evidenti sia per quanto riguardo la riduzione dell’inquinamento di parchi e strade che per l’aspetto economico: il sistema viene infatti finanziato tanto dai produttori di bevande e dalla vendita del materiale raccolto o riciclato quanto dai depositi che non vengono riscattati.
Il quadro italiano
Nonostante l’introduzione nel 2021 e la conferma nel Ddl Ambiente dello scorso dicembre, in Italia il sistema del deposito cauzionale non è attivo, mancano infatti i decreti attuativi, sebbene il Regolamento europeo sugli imballaggi e i rifiuti da imballaggio incentivi l’adozione del DRS come soluzione cruciale in un’ottica di economia circolare.
L’obiettivo, evidenziato da Silvia Ricci, coordinatrice della campagna “A Buon Rendere”, è il recupero dei 7 miliardi di contenitori monouso che ogni anno sfuggono alla differenziata.
L’introduzione di un sistema di deposito cauzionale potrebbe incrementare significativamente i tassi di raccolta, raggiungendo il 95,3% per le bottiglie in PET, il 96% per le lattine e il 95,8% per il vetro.
Tra dibattiti e potenzialità
In Italia, il dibattito sul deposito cauzionale è molto acceso. Il Conai, nel 2022, ne parlava come di “una duplicazione inutile di costi economici e ambientali che andrebbe ad affiancarsi senza sostituirsi del tutto alle raccolte differenziate tradizionali”. Coripet, il consorzio concorrente, ha invece avviato già da alcuni anni una raccolta selettiva sperimentale per gli imballaggi in PET, che punta a superare la quota di cinquemila eco-compattatori entro il 2026.
Per promuovere un DRS vincente risulta cruciale attribuire il giusto valore al deposito, che nel nostro Paese dovrebbe ammontare tra i 15 e i 20 centesimi, e costruire una rete strutturata, con una precisa unità d’intenti, che coinvolga aziende, enti pubblici, organizzazioni ambientali e consumatori.
Fonte: repubblica.it